Attività durante emergenza COVID-19

Nel corso del 2020 l’emergenza sanitaria nazionale legata al COVID-19 ha comportato dei cambiamenti profondi nelle abitudini di tutti, sia in ambito lavorativo che nell’utilizzo del tempo libero. A fronte di numerose limitazioni, necessarie in un’ottica di bene comune, anche il comparto dei beni culturali ha dovuto osservare una serie di adeguamenti alla situazione contingente, dovendo variare le modalità di esercizio delle attività di tutela e di valorizzazione, che sono comunque state garantite in via continuativa tramite un assiduo lavoro di back office.
Il ricorso a forme di ‘lavoro agile’, così come l’impiego di tecnologie digitali per la predisposizione di atti amministrativi e, in generale, l’uso di mezzi di comunicazione informatizzati, hanno dunque semplicemente costituito degli strumenti alternativi per lo svolgimento delle attività lavorative finalizzate alla corretta gestione del patrimonio culturale ricadente nelle province di Barletta-Andria-Trani e Foggia.

Nella consapevolezza che le misure di distanziamento sociale e di limitazione all’accesso in presenza da parte dell’utenza presso i pubblici uffici, hanno determinato un’importante variazione nelle modalità di erogazione dei servizi rispetto al passato, questa Soprintendenza ritiene opportuno illustrare i risultati ottenuti nel biennio 2019/2020, ossia in un arco temporale che tenga conto dell’inizio e della fine delle diverse operazioni ricadenti nella propria sfera di competenze normative e territoriali, a testimonianza di come il difficile periodo pandemico non abbia determinato alcun rallentamento o diminuzione nella qualità delle operazioni svolte.


In particolare si vogliono raccontare le attività realizzate dal Settore Storico-Artistico che tradizionalmente, per le mansioni attribuite e per la tipologia di beni trattata, è chiamato a realizzare un lavoro molto delicato, dovendo contemperare le esigenze conservative dei manufatti con quelle devozionali, nel caso di opere ‘religiose’, e/o con quelle di utilizzo corrente e di valorizzazione, per opere musealizzate di proprietà pubblica o privata.
Nel biennio 2019/2020 l’attività svolta dal personale afferente il Settore Storico-Artistico è consistita nella gestione e nella lavorazione di circa 1000 note in ingresso, variamente suddivise tra richieste di autorizzazioni al restauro di beni culturali, richieste di prestito per beni destinati a mostre e/o esposizioni sul territorio nazionale ed europeo, richieste di supporto tecnico, di valutazione dell’interesse culturale di raccolte e collezioni, di sopralluoghi, di collaborazione con il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e di attività di Alta Sorveglianza nell’ambito di cantieri di restauro, di verifica di episodi di vandalismo, oltre alla cura degli accessi agli atti per motivi di studio e comunicazioni varie. Durante il periodo di emergenza sanitaria sono state inoltre elaborate, sulla scorta di quelle pubblicate da diversi Istituti MIBACT, linee guida per la sanificazione di beni culturali ed edifici storici, pubblicati su questo sito, al fine di indicare agli enti proprietari le migliori modalità per la fruizione in sicurezza di questi beni, senza comprometterne la conservazione.
La natura eterogenea delle domande pervenute restituisce l’ampio spettro di situazioni esaminate, dando idea di come la tutela del patrimonio storico-artistico possa presentare diverse sfaccettature e seguire procedimenti amministrativi altrettanto differenziati per documenti richiesti, per istruttoria e per termini normativi di conclusione.


L’Alta Sorveglianza e la tutela esercitate nelle province di Barletta-Andria-Trani e Foggia dai funzionari storico dell’arte e restauratori, rispettivamente il dott. Antonio Falchi e le dott.sse Elena Arlotti e Diana Venturini, si sono innanzitutto concretizzate in una serie di azioni sul territorio, quale naturale prosecuzione delle attività d’ufficio, volte al corretto recupero, alla conservazione e alla valorizzazione dei beni storico-artistici. Attraverso questo lavoro è stato possibile restituire alla collettività circa 140 opere d’arte tra statue, dipinti e superfici decorate, tutte con le rispettive specifiche peculiarità materiche, finalmente messe in condizione di essere fruite grazie a mirati interventi di restauro conservativi ed estetici.
Parimenti il lavoro svolto in materia di circolazione dei beni culturali ha portato alla movimentazione di circa 80 opere che sono partite dal territorio pugliese verso i più importanti musei d’Italia e d’Europa (Capodimonte, Palazzo dei Diamanti, Petit Palais, etc.) partecipando a
eventi e manifestazioni di portata internazionale (quali ad esempio l’esposizione svoltasi a Matera dal titolo Il Rinascimento visto da Sud, presso Palazzo Lanfranchi, 19 aprile-19 agosto 2019, comprendente opere prestigiose del territorio, o la mostra De Nittis e la rivoluzione dello sguardo, dedicata all’artista di origini barlettane Giuseppe De Nittis, e svoltasi presso il Palazzo dei Diamanti di Ferrara 1 dicembre 2019/ 13 aprile 2020).


La promozione del patrimonio culturale locale, dunque, è avvenuta attraverso una maggiore visibilità delle opere per un pubblico più ampio, ma altresì mediante una puntuale valutazione della Soprintendenza circa lo stato conservativo dei manufatti, propedeutica a garantirne lo spostamento in piena sicurezza. L’analisi ha comportato, talvolta, la necessità di operare preventivi interventi minimi o veri e propri lavori di restauro per far sì che i beni potessero essere portati in mostra.
A mero titolo esemplificativo, di seguito si illustrano alcune delle attività svolte dai funzionari del settore storico-artistico:

– Restauro del dipinto su tela “La Pietà” di Paolo De Majo”, conservato nella Cattedrale di Foggia;
– Restauro dell’Organo a canne e cantoria settecenteschi di G. Brodaglio, presso la Chiesa dei Celestini di San Severo;
– Restauro dell’altare in stucco dipinto c.d. “Altare Tupputi”, conservato nella Chiesa di Sant’Adoeno di Bisceglie;
– Trattamento di disinfestazione all’interno della Chiesa dei Greci di Barletta.

L’insieme di queste attività ha coinvolto alte professionalità specializzate nel settore dei beni culturali (restauratori, storici dell’arte, diagnosti, curatori, ditte di trasporto, compagnie assicurative, operai specializzati, etc.) che hanno partecipato attivamente alla creazione di ‘valori’ per tutto il territorio, innanzitutto nell’accezione antropologica del termine come utilità per l’utente finale. In primis, un valore strettamente culturale legato al recupero, alla fruibilità e al corretto racconto dei beni, tesi a risarcire i nessi tra oggetto, contenitore, contesto di produzione e di provenienza. In secondo luogo un valore economico diretto, grazie al lavoro richiesto alle professionalità sopra richiamate. In ultimo, un valore economico indiretto, in virtù della possibilità di creare indotti grazie a filiere produttive di varia lunghezza coinvolte nella realizzazione del prodotto culturale e a sistemi di governance.


Dunque è attraverso il lavoro di tutela garantito dalla Soprintendenza è stato possibile creare i presupposti per uno sviluppo culturale ed economico del territorio. In questa ottica l’impegno e la professionalità messe in campo dai funzionari del Settore Storico-Artistico sono risultate fondamentali anche nelle attività di indirizzo alla corretta gestione dei beni culturali sia pubblici che privati.
Pertanto s’invita la collettività tutta a collaborare con questo Istituto mediante segnalazioni, proposte, iniziative culturali e ogni altra forma d’interazione volte alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale.


pagina creata il 28/02/2021, ultima modifica 27/04/2023